Buca di Potenziale con Profilo Arcoseno

Nella meccanica quantistica, la risoluzione dell’equazione di Schrödinger per varie forme di potenziale permette di studiare stati legati, scattering, e comportamenti non banali delle funzioni d’onda. Un caso insolito ma istruttivo è considerare una “buca” di potenziale con un profilo particolare, ad esempio una funzione dell’arcoseno. Questo non è un caso standard da manuale, ma serve a illustrare come, con metodi analitici o numerici, si possa affrontare un potenziale generico e ricavare le energie e autofunzioni del sistema.

Supponiamo di avere una particella di massa \(m\) sottoposta a un potenziale monodimensionale \(V(x)\) definito su un intervallo \(x \in [-a,a]\) con la forma:

\[ V(x) = \begin{cases} V_0 \arcsin\left(\frac{x}{a}\right), & |x| \le a, \\ +\infty & |x| > a. \end{cases} \]

Qui, la regione \(|x|>a\) è impenetrabile (buca a pareti infinite), e all’interno \(|x|\le a\) il potenziale varia con una legge basata sull’arcoseno, partendo da \(V(-a)=V_0\arcsin(-1)=-V_0\frac{\pi}{2}\) fino a \(V(a)=V_0\arcsin(1)=V_0\frac{\pi}{2}\). Questo crea un profilo non simmetrico rispetto al centro, ma comunque continuo. Senza perdita di generalità, si può anche considerare una versione traslata o scalata di questo potenziale.

Equazione di Schrödinger

L’equazione di Schrödinger stazionaria (indipendente dal tempo) per questo sistema è:

\[ -\frac{\hbar^2}{2m}\frac{d^2}{dx^2}\phi(x) + V_0 \arcsin\left(\frac{x}{a}\right)\phi(x) = E \phi(x), \quad \text{con } |x|\le a, \] e \(\phi(x)=0\) per \(|x|>a\). Le condizioni al contorno sono dunque \(\phi(-a)=0\) e \(\phi(a)=0\), dato che la funzione d’onda deve annullarsi ai confini della buca infinita.

Approccio Numerico

A differenza dei casi classici (buca infinita con potenziale costante, oscillatore armonico, atomo di idrogeno), qui non esiste una soluzione analitica standard. Il metodo tipico è procedere numericamente:

In tal modo si ottengono una serie di autovalori discreti (perché la buca è infinita e confinante) corrispondenti agli stati legati del sistema. Le autofunzioni possono presentare forme non banali a causa della presenza del potenziale \(\arcsin(x/a)\) che varia con la posizione.

Interpretazione Fisica

Sebbene una “buca di potenziale arcoseno” sia più un esercizio teorico che un potenziale fisico comune, studiarla serve a capire come l’energia degli stati quantici e le forme delle funzioni d’onda dipendano dalla particolare forma del potenziale. A differenza di una buca a pareti infinite con potenziale costante interno (dove gli autostati sono seni e coseni), qui le soluzioni non sono funzioni semplici, ma possono essere approssimate con metodi numerici. L’esistenza di livelli quantizzati e di stati legati resta, ma le funzioni d’onda riflettono la variazione del potenziale, concentrandosi più in regioni dove l’energia potenziale è minore.

Alla Lavagna

1. Scrivi l’equazione: \[ -\frac{\hbar^2}{2m}\frac{d^2\phi(x)}{dx^2} + V_0 \arcsin\left(\frac{x}{a}\right)\phi(x) = E\phi(x),\; |x|\le a. \] 2. Condizioni al contorno: \(\phi(-a)=0,\; \phi(a)=0\).

3. Illustra il metodo numerico: discretizza l’intervallo in \(N\) punti, sostituisci le derivate seconde con differenze finite: \[ \frac{d^2\phi(x)}{dx^2} \approx \frac{\phi(x_{j+1})-2\phi(x_j)+\phi(x_{j-1})}{(\Delta x)^2}. \] 4. Costruisci la matrice Hamiltoniana \(\hat{H}\) come operatore su questo vettore discreto. Diagonalizzala numericamente per ottenere \((E_n, \phi_n(x_j))\).

Estensioni e Variazioni

Lo stesso metodo può essere applicato a potenziali arbitrari: parabolici, scalini, potenziali a gradini, forme più complesse definite numericamente. La mancanza di una soluzione analitica non impedisce di comprendere la fisica del sistema: i metodi numerici offrono uno strumento potente e flessibile per investigare potenziali “esotici” come questo.

Buca di potenziale e condizione quantistica via arcoseno

Consideriamo una buca di potenziale finita unidimensionale, ad esempio centrata fra \( x=0 \) e \( x=a \), con:

• \( V(x) = -V_0 \) per \( 0 < x < a \) • \( V(x) = 0 \) altrove,

con \( V_0 > 0 \). Tale configurazione rappresenta una "buca" di profondità \( V_0 \) e larghezza \( a \).

Appare utile definire l’energia della particella come \( E < 0 \) per gli stati legati. In questo caso, l’energia totale \( E \) è minore del livello di zero dell’energia esterna, cioè la particella è intrappolata nella buca. Introduciamo due parametri:

\( k = \sqrt{\frac{2m(E+V_0)}{\hbar^2}} \) per la regione interna (dove il potenziale è \( -V_0 \)), e \( \gamma = \sqrt{\frac{2m|E|}{\hbar^2}} \) per la regione esterna, dove l’energia è inferiore al potenziale esterno nullo.

La soluzione dell’equazione di Schrödinger interna, per una particella di massa m, porta a funzioni d’onda sinusoidali o cosinusoidali a seconda delle parità degli stati. Dato che la funzione d’onda deve decadere esponenzialmente all’esterno (dove \( E < 0 \) e si ottengono soluzioni di tipo evanescente), le condizioni di raccordo ai bordi \( x=0 \) e \( x=a \) definiscono il cosiddetto "problema di quantizzazione". Queste condizioni, combinando l’andamento sinusoidale interno con l’esponenziale esterno, danno luogo a un’equazione trascendentale che lega \( k \), \( \gamma \) e \( a \).

A seconda del tipo di soluzione (pari o dispari rispetto al centro della buca, o comunque in base alle condizioni al contorno scelte), si ottiene una relazione che può essere invertita per ricavare gli autovalori di energia. Quando si manipolano tali condizioni, è possibile arrivare a espressioni che coinvolgono funzioni inverse trigonometriche, come l’arcoseno. Ciò accade ad esempio quando, partendo dalle condizioni ai limiti:

• La funzione d’onda deve annullarsi ai confini della buca o essere soggetta a condizioni periodiche modificate. • Le relazioni tra \( \sin(k a) \), \( \cos(k a) \) e i rapporti tra k e γ determinano la quantizzazione.

Se si isola una delle grandezze (ad esempio \( k a \)) in funzione dei parametri del potenziale e di γ, si può incappare in forme del tipo: \[ k a = \arcsin\left( \frac{\gamma}{\sqrt{\gamma^2 + \dots}}\right) \] o espressioni simili, dove l’arcoseno emerge naturalmente nel risolvere per \( k \) (o E) a partire da combinazioni trigonometriche delle funzioni d’onda e delle loro derivate. Questo dipende dalla geometria del problema e dal tipo di condizione al contorno imposto.

In altre parole, la comparsa della funzione arcoseno (o altre funzioni inverse trigonometriche) nei problemi di quantizzazione di una buca di potenziale è legata alla struttura trascendentale delle condizioni ai limiti. Tali condizioni, spesso in forma di equazioni che coinvolgono tangenti o seni e coseni, possono essere invertite in forme inverse come arcoseno per ottenere espressioni più esplicite dell’energia quantizzata.

Durante la risoluzione alla lavagna, si potrebbe procedere così: • Scrivere l’equazione di Schrödinger interna ed esterna. • Imporre la continuità della funzione d’onda e della sua derivata ai confini \( x=0 \) e \( x=a \). • Ottenere una relazione tra k e γ, tipicamente in forma di equazione trascendentale (ad esempio qualcosa tipo: \(\frac{k}{\gamma} = \tan(k a)\) o \(\frac{k}{\gamma} = \sin(k a)\) / \(\cos(k a)\)). • Ricavare da queste forme trigonometriche una relazione diretta su k, usando arcus (inversi trigonometrici), da cui scaturisce l’arcoseno.

Se questa derivazione è condotta con attenzione, si nota come i livelli energetici del sistema finiscano per dipendere da una condizione in cui l’arcoseno lega il rapporto dei parametri caratteristici del problema.

L’emergere dell’arcoseno è quindi un risultato matematico di una particolare scelta di parametrizzazione del problema o di una manipolazione specifica dell’equazione di quantizzazione, e non un risultato universalmente presente in qualsiasi buca di potenziale. È però un esempio di come, modificando il potenziale o l’approccio risolutivo, si possa arrivare a condizioni di quantizzazione scritte in forme differenti, coinvolgendo funzioni inverse trigonometriche.

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