In meccanica quantistica, l’Hamiltoniana è l’operatore che rappresenta l’energia totale del sistema. Comprende generalmente la parte cinetica (rappresentata dall’operatore impulso) e la parte potenziale, responsabile delle forze agenti sulla particella. Quando si introducono correzioni all’Hamiltoniana, si modificano termini aggiuntivi che possono derivare, ad esempio, da effetti perturbativi, contributi relativistici, o interazioni supplementari.
L'Hamiltoniana si può pensare come la funzione (o operatore) energia del sistema. In meccanica classica, l’Hamiltoniana \(H\) di una particella di massa \(m\) soggetta a un potenziale \(V(x)\) ha la forma:
\( H = \frac{p^2}{2m} + V(x). \)
Nella quantizzazione si passa dai valori classici \(x, p\) a operatori quantistici \(\hat{x}, \hat{p}\) con la commutazione \([\hat{x}, \hat{p}] = i\hbar\).
Quando si aggiungono effetti ulteriori (relativistici, interazioni spin–orbita, campi esterni, effetti di polarizzazione, ecc.), si introducono termini aggiuntivi in \(\hat{H}\). Ad esempio:
Tali correzioni vengono trattate spesso con metodi perturbativi, partendo dall’Hamiltoniana di base e aggiungendo un termine perturbazione \(\hat{H}'\).
Se ti viene richiesto di discutere l’Hamiltoniana e le sue correzioni all’orale, puoi seguire questi punti:
L’Hamiltoniana rappresenta l’energia totale di un sistema, composta da due parti:
In termini classici, l’Hamiltoniana è una funzione \(H(q, p)\) delle coordinate \(q\) (posizione) e degli impulsi \(p\) (quantità di moto):
\( H(q, p) = T(p) + V(q). \)
Per esempio:
\( H = \frac{p^2}{2m} + \frac{1}{2}kq^2, \)
dove \( \frac{1}{2}kq^2 \) è l’energia potenziale della molla.In meccanica quantistica, l’Hamiltoniana diventa un operatore \(\hat{H}\) che agisce sulle funzioni d’onda \(\psi(x)\). Le coordinate \(q\) e gli impulsi \(p\) classici vengono sostituiti dagli operatori:
\( \hat{p} = -i\hbar \frac{d}{dx}, \quad \hat{q} = x. \)
Per esempio:
\( \hat{H} = -\frac{\hbar^2}{2m} \frac{d^2}{dx^2}. \)
\( \hat{H} = -\frac{\hbar^2}{2m} \frac{d^2}{dx^2} + \frac{1}{2}m\omega^2x^2. \)
L’equazione di Schrödinger collega l’Hamiltoniana agli stati quantistici del sistema:
\( \hat{H} \psi(x) = E \psi(x), \)
dove \(E\) sono le energie quantizzate (autovalori) e \(\psi(x)\) sono le funzioni d’onda associate (autostati).
In un sistema discreto, come l’oscillatore armonico, possiamo rappresentare l’Hamiltoniana come una matrice. Ad esempio, i primi livelli energetici dell’oscillatore armonico sono:
H = ħω [ 1 0 0 ... ] [ 0 3 0 ... ] [ 0 0 5 ... ] [ ... ... ... ... ]
Qui gli elementi diagonali rappresentano i livelli energetici \(E_n = \left(n + \frac{1}{2}\right)\hbar\omega\), con \(n = 0, 1, 2, \ldots\).
Ecco alcuni esempi che chiariscono il ruolo dell’Hamiltoniana:
Una particella confinata in una buca di larghezza \(L\) ha un’energia cinetica \(-\frac{\hbar^2}{2m} \frac{d^2}{dx^2}\) e una potenziale \(V(x)\) che è \(0\) dentro la buca e infinito fuori. I livelli energetici risultano quantizzati:
\( E_n = \frac{n^2\pi^2\hbar^2}{2mL^2}, \quad n = 1, 2, 3, \ldots \)
L’Hamiltoniana per l’atomo d’idrogeno include l’energia cinetica dell’elettrone e il potenziale coulombiano:
\( \hat{H} = -\frac{\hbar^2}{2m} \nabla^2 - \frac{e^2}{4\pi \epsilon_0 r}. \)
I livelli energetici dipendono dal numero quantico principale \(n\):\( E_n = -\frac{13.6\,\text{eV}}{n^2}, \quad n = 1, 2, 3, \ldots \)
L’Hamiltoniana ci permette di:
Storicamente, \(T\) è usato per l’energia cinetica perché deriva dal termine latino "vis viva" (energia viva), concetto precursore dell’attuale energia cinetica. Questo uso è stato consolidato nella formulazione di Lagrange e Hamilton per distinguerlo da \(K\), spesso associato a costanti o parametri specifici (ad esempio, \(K\) nella costante elastica della molla o nella costante di Coulomb).
Tuttavia, in molti contesti moderni, specialmente in fisica applicata, si usa \(K\) per indicare l’energia cinetica. L’uso di \(T\) o \(K\) dipende quindi dalla tradizione e dal contesto, ma entrambi sono accettabili.
Visualizziamo ora l’Hamiltoniana in due casi: una particella libera (\(H = p^2/2m\)) e un oscillatore armonico (\(H = p^2/2m + \frac{1}{2}kx^2\)). I grafici aiutano a capire come variano energia cinetica e potenziale:
Grafico 1: Hamiltoniana di una particella libera (\(H = p^2 / 2m\))
Grafico 2: Hamiltoniana di un oscillatore armonico (\(H = p^2 / 2m + \frac{1}{2}kx^2\))
La formula \(H = \frac{p^2}{2m}\) si ottiene a partire dalla definizione classica di energia cinetica, che è l’energia associata al movimento di una particella:
\( T = \frac{1}{2}mv^2. \)
Qui \(m\) rappresenta la massa e \(v\) è la velocità della particella. Per collegare questa espressione con \(p\), ricordiamo la definizione classica di impulso:
\( p = mv, \)
che descrive la quantità di moto di una particella. Dividendo entrambi i lati per \(m\), otteniamo:
\( v = \frac{p}{m}. \)
Questa relazione ci dice che la velocità \(v\) di una particella può essere espressa in termini del suo impulso \(p\) e della sua massa \(m\). Ora sostituendo \(v = \frac{p}{m}\) nell’espressione dell’energia cinetica:
\( T = \frac{1}{2}m\left(\frac{p}{m}\right)^2. \)
Semplificando:
\( T = \frac{p^2}{2m}. \)
Questa è la forma dell’energia cinetica in termini dell’impulso \(p\).
La scelta di \(H = \frac{p^2}{2m}\) deriva dal fatto che, in molte situazioni fisiche, è più utile descrivere il sistema in termini di \(p\) (impulso) piuttosto che di \(v\) (velocità). Ciò avviene perché:
In definitiva, esprimere \(T\) in termini di \(p\) è una scelta naturale quando si lavora con l’Hamiltoniana, poiché consente di integrare energia cinetica e potenziale in un unico formalismo che sfrutta \(p\) e \(q\) come variabili fondamentali.
La rappresentazione matriciale dell’Hamiltoniana è utile per descrivere sistemi quantistici discreti. Nel caso di un oscillatore armonico quantistico:
\( H_{nn} = \left(n + \frac{1}{2}\right)\hbar\omega \quad \text{(diagonale)}, \)
mentre i termini fuori diagonale rappresentano transizioni tra stati:
\( H_{n, n+1} \propto \sqrt{n+1}. \)
Questo approccio è fondamentale per calcolare le dinamiche quantistiche, come transizioni indotte da campi esterni.
Prima di affrontare le correzioni Hamiltoniane, è fondamentale avere una comprensione chiara dei seguenti concetti:
\( \hat{H} = \frac{\hat{p}^2}{2m} + V(\hat{x}). \)
\( \hat{H} \psi(x) = E \psi(x). \)
Le correzioni Hamiltoniane derivano dall’aggiunta di nuovi termini a \(\hat{H}\) per tenere conto di effetti aggiuntivi, come:
In generale, l’Hamiltoniana si scrive come:
\( \hat{H} = \hat{H}_0 + \lambda \hat{H}', \)
dove \(\hat{H}_0\) è l’Hamiltoniana di base e \(\hat{H}'\) è il termine di correzione (con \(\lambda\) parametro di controllo).
Consideriamo l’Hamiltoniana di un atomo d’idrogeno come esempio. La forma di base è:
\( \hat{H}_0 = -\frac{\hbar^2}{2m} \nabla^2 - \frac{e^2}{4\pi \epsilon_0 r}. \)
Aggiungiamo ora due correzioni principali:
Il termine spin-orbita tiene conto del fatto che, nel riferimento dell’elettrone, il nucleo produce un campo magnetico che interagisce con il momento angolare dello spin. Questo genera una correzione del tipo:
\( \hat{H}'_{\text{SO}} = \frac{\hbar^2}{2m^2c^2} \frac{1}{r} \frac{dV}{dr} (\hat{\mathbf{L}} \cdot \hat{\mathbf{S}}), \)
dove:
Sostituendo \( V(r) \) e calcolando la derivata \( \frac{dV}{dr} = \frac{e^2}{4\pi \epsilon_0 r^2} \), otteniamo:
\( \hat{H}'_{\text{SO}} = \frac{\hbar^2 e^2}{8 \pi \epsilon_0 m^2 c^2 r^3} (\hat{\mathbf{L}} \cdot \hat{\mathbf{S}}). \)
Il termine di Darwin tiene conto del comportamento relativistico dell’elettrone vicino al nucleo. La correzione è:
\( \hat{H}'_{\text{Darwin}} = \frac{\hbar^2}{8m^2c^2} \nabla^2 V(r), \)
dove \(\nabla^2 V(r)\) è il laplaciano del potenziale coulombiano:
\( \nabla^2 \left( \frac{1}{r} \right) = -4\pi \delta^{(3)}(r). \)
Questo porta a:
\( \hat{H}'_{\text{Darwin}} = -\frac{\hbar^2}{2m^2c^2} \delta^{(3)}(r). \)
Per calcolare gli effetti delle correzioni, si utilizza la teoria delle perturbazioni. Al primo ordine, la correzione agli autovalori è data da:
\( E_n^{(1)} = \langle \psi_n^{(0)} | \hat{H}' | \psi_n^{(0)} \rangle, \)
dove \(\psi_n^{(0)}\) sono gli autostati non perturbati. Ad esempio, per il termine spin-orbita:
\( E_n^{(1)} = \langle n, l, s, j | \hat{H}'_{\text{SO}} | n, l, s, j \rangle. \)
Le correzioni Hamiltoniane permettono di spiegare fenomeni osservati sperimentalmente, come:
Questi effetti sono cruciali per la comprensione della fisica atomica e per testare la validità della teoria quantistica.
L’Hamiltoniana è l’operatore che rappresenta l’energia totale di un sistema quantistico. Comprende:
\( \hat{T} = \frac{\hat{p}^2}{2m}, \)
dove \(\hat{p}\) è l’operatore impulso.\( V(\hat{x}) = -\frac{e^2}{4\pi \epsilon_0 r} \quad \text{(Coulombiana, per un atomo d’idrogeno)}. \)
La forma generale dell’Hamiltoniana di base è quindi:
\( \hat{H} = \hat{T} + V(\hat{x}) = \frac{\hat{p}^2}{2m} + V(\hat{x}). \)
L’Hamiltoniana agisce come operatore sull’onda \(\psi(x)\), determinando le proprietà quantistiche del sistema. Per esempio, nell’atomo d’idrogeno descrive i livelli energetici dell’elettrone legato al nucleo.
L’equazione di Schrödinger collega l’Hamiltoniana agli stati quantistici del sistema:
\( \hat{H} \psi(x) = E \psi(x), \)
dove:
Ad esempio, per una particella in una buca di potenziale di larghezza \(L\), la soluzione dell’equazione di Schrödinger fornisce:
\( E_n = \frac{n^2 \pi^2 \hbar^2}{2mL^2}, \quad \psi_n(x) = \sqrt{\frac{2}{L}} \sin\left(\frac{n\pi x}{L}\right), \)
con \(n = 1, 2, 3, \ldots\). Gli autovalori \(E_n\) corrispondono ai livelli energetici quantizzati, mentre gli autostati \(\psi_n(x)\) descrivono la probabilità di trovare la particella.
Spesso, l’Hamiltoniana \(\hat{H}\) include un termine aggiuntivo \(\hat{H}'\) per rappresentare effetti esterni o correzioni:
\( \hat{H} = \hat{H}_0 + \lambda \hat{H}', \)
dove:
La teoria delle perturbazioni consente di calcolare come \(\hat{H}'\) modifica gli autovalori e autostati del sistema. Gli autovalori corretti si espandono come:
\( E_n = E_n^{(0)} + \lambda E_n^{(1)} + \lambda^2 E_n^{(2)} + \ldots, \)
mentre gli autostati diventano:
\( \psi_n = \psi_n^{(0)} + \lambda \psi_n^{(1)} + \ldots. \)
Al primo ordine, la correzione all’energia è data da:
\( E_n^{(1)} = \langle \psi_n^{(0)} | \hat{H}' | \psi_n^{(0)} \rangle, \)
dove il termine \(\langle \psi_n^{(0)} | \hat{H}' | \psi_n^{(0)} \rangle\) è chiamato elemento di matrice della perturbazione.
La correzione spin-orbita tiene conto dell’interazione tra il momento angolare orbitale \(\hat{\mathbf{L}}\) e lo spin \(\hat{\mathbf{S}}\) di una particella, come un elettrone nell’atomo d’idrogeno. In questo contesto, la correzione deriva dall’effetto relativistico del campo magnetico prodotto dal nucleo nel sistema di riferimento dell’elettrone.
L’Hamiltoniana per il termine spin-orbita è data da:
\( \hat{H}'_{\text{SO}} = \frac{\hbar^2}{2m^2c^2} \frac{1}{r} \frac{dV}{dr} (\hat{\mathbf{L}} \cdot \hat{\mathbf{S}}), \)
dove:
Sostituendo il potenziale coulombiano \(V(r) = -\frac{e^2}{4\pi \epsilon_0 r}\) nella formula per \(\hat{H}'_{\text{SO}}\), calcoliamo la derivata rispetto a \(r\):
\[ \frac{dV}{dr} = \frac{d}{dr} \left( -\frac{e^2}{4\pi \epsilon_0 r} \right) = \frac{e^2}{4\pi \epsilon_0 r^2}. \]
Sostituendo \(\frac{dV}{dr}\) in \(\hat{H}'_{\text{SO}}\), otteniamo:
\[ \hat{H}'_{\text{SO}} = \frac{\hbar^2}{2m^2c^2} \frac{1}{r} \cdot \frac{e^2}{4\pi \epsilon_0 r^2} \cdot (\hat{\mathbf{L}} \cdot \hat{\mathbf{S}}). \]
Semplificando, la forma finale del termine spin-orbita è:
\[ \hat{H}'_{\text{SO}} = \frac{\hbar^2 e^2}{8 \pi \epsilon_0 m^2 c^2 r^3} (\hat{\mathbf{L}} \cdot \hat{\mathbf{S}}). \]
La teoria delle perturbazioni al primo ordine ci permette di calcolare la correzione all’energia associata al termine spin-orbita:
\[ E_{n,l,j}^{(1)} = \langle n, l, j | \hat{H}'_{\text{SO}} | n, l, j \rangle. \]
Qui \(|n, l, j\rangle\) rappresenta gli autostati dell’atomo d’idrogeno, caratterizzati dai numeri quantici:
Il termine \(\hat{\mathbf{L}} \cdot \hat{\mathbf{S}}\) può essere riscritto in termini di \(\hat{\mathbf{J}}\), il momento angolare totale:
\[ \hat{\mathbf{L}} \cdot \hat{\mathbf{S}} = \frac{1}{2} \left( \hat{\mathbf{J}}^2 - \hat{\mathbf{L}}^2 - \hat{\mathbf{S}}^2 \right), \]
dove:
Sostituendo queste espressioni, otteniamo:
\[ \langle n, l, j | \hat{\mathbf{L}} \cdot \hat{\mathbf{S}} | n, l, j \rangle = \frac{\hbar^2}{2} \left[ j(j+1) - l(l+1) - \frac{3}{4} \right]. \]
La correzione energetica al livello \((n, l, j)\) diventa quindi:
\[ E_{n,l,j}^{(1)} = \frac{\hbar^2 e^2}{8 \pi \epsilon_0 m^2 c^2 a_0^3 n^3} \left[ j(j+1) - l(l+1) - \frac{3}{4} \right], \]
dove \(a_0\) è il raggio di Bohr (\(a_0 = \frac{4\pi \epsilon_0 \hbar^2}{m e^2}\)).
Questo risultato spiega lo splitting fine osservato nell’atomo d’idrogeno, cioè la separazione dei livelli energetici in funzione di \(j\). Questo fenomeno è stato confermato sperimentalmente e rappresenta una delle prime verifiche della teoria quantistica relativistica.
L’interazione Zeeman descrive come un campo magnetico esterno \(\mathbf{B}\) interagisce con il momento magnetico \(\hat{\boldsymbol{\mu}}\) di una particella. Questa interazione produce uno splitting (separazione) dei livelli energetici in funzione della proiezione del momento angolare totale sul campo magnetico.
L’Hamiltoniana associata all’interazione Zeeman è:
\( \hat{H}'_{\text{Zeeman}} = - \hat{\boldsymbol{\mu}} \cdot \mathbf{B}, \)
dove \(\hat{\boldsymbol{\mu}}\) è il momento magnetico della particella, e \(\mathbf{B}\) è il campo magnetico esterno. Il momento magnetico \(\hat{\boldsymbol{\mu}}\) è dato da:
\( \hat{\boldsymbol{\mu}} = -\frac{e}{2m} (\hat{\mathbf{L}} + 2\hat{\mathbf{S}}), \)
con:
Sostituendo \(\hat{\boldsymbol{\mu}}\) nell’espressione dell’Hamiltoniana di interazione, otteniamo:
\( \hat{H}'_{\text{Zeeman}} = \frac{e}{2m} \mathbf{B} \cdot (\hat{\mathbf{L}} + 2\hat{\mathbf{S}}). \)
Consideriamo ora un campo magnetico uniforme orientato lungo l’asse \(z\): \(\mathbf{B} = B \hat{\mathbf{z}}\). Il prodotto scalare diventa:
\( \hat{H}'_{\text{Zeeman}} = \frac{eB}{2m} (\hat{L}_z + 2\hat{S}_z), \)
dove \(\hat{L}_z\) e \(\hat{S}_z\) sono le componenti \(z\) di \(\hat{\mathbf{L}}\) e \(\hat{\mathbf{S}}\), rispettivamente. Questi operatori hanno autovalori dati da:
La teoria delle perturbazioni al primo ordine consente di calcolare la modifica dell’energia di un sistema quantistico quando viene introdotto un termine di perturbazione \(\hat{H}'\). La correzione energetica al primo ordine per uno stato \(|m_l, m_s\rangle\) è data da:
\( E_{m_l, m_s}^{(1)} = \langle m_l, m_s | \hat{H}'_{\text{Zeeman}} | m_l, m_s \rangle, \)
dove:
\( \hat{H}'_{\text{Zeeman}} = \frac{eB}{2m} (\hat{L}_z + 2\hat{S}_z), \)
con \(B\) intensità del campo magnetico lungo l’asse \(z\);Per calcolare \(E_{m_l, m_s}^{(1)}\), sostituiamo \(\hat{H}'_{\text{Zeeman}}\) nell’espressione generale:
\( E_{m_l, m_s}^{(1)} = \langle m_l, m_s | \frac{eB}{2m} (\hat{L}_z + 2\hat{S}_z) | m_l, m_s \rangle. \)
Separiamo i contributi delle componenti \(\hat{L}_z\) e \(\hat{S}_z\):
\( E_{m_l, m_s}^{(1)} = \frac{eB}{2m} \langle m_l, m_s | \hat{L}_z | m_l, m_s \rangle + \frac{eB}{m} \langle m_l, m_s | \hat{S}_z | m_l, m_s \rangle. \)
Gli autostati \(|m_l, m_s\rangle\) sono anche autostati di \(\hat{L}_z\) e \(\hat{S}_z\), con i seguenti autovalori:
Sostituendo questi autovalori nei termini dell’elemento di matrice, otteniamo:
\( E_{m_l, m_s}^{(1)} = \frac{eB}{2m} m_l \hbar + \frac{eB}{m} m_s \hbar. \)
Sommando i due contributi e raccogliendo i termini comuni, possiamo riscrivere \(E_{m_l, m_s}^{(1)}\) come:
\( E_{m_l, m_s}^{(1)} = \frac{eB}{2m} (m_l + 2m_s) \hbar. \)
Questo risultato mostra che l’energia di uno stato quantistico \(|m_l, m_s\rangle\) dipende linearmente dai numeri quantici \(m_l\) e \(m_s\) e dall’intensità del campo magnetico \(B\). Lo splitting energetico è proporzionale a \(B\) ed è chiamato splitting Zeeman. Questo fenomeno è stato osservato sperimentalmente e fornisce un metodo per studiare le proprietà magnetiche e quantistiche degli atomi.
Questo risultato mostra che i livelli energetici di un sistema dipendono linearmente da \(m_l\) e \(m_s\), producendo uno splitting proporzionale al campo magnetico \(B\). Questo è chiamato splitting Zeeman normale e si verifica, ad esempio, per atomi con un singolo elettrone in un orbitale.
In presenza di campi magnetici intensi o di particolari configurazioni atomiche, si può osservare lo splitting Zeeman anomalo, che tiene conto di ulteriori effetti di accoppiamento spin-orbita.
L’effetto Stark descrive come un campo elettrico esterno \(\mathbf{E}\) interagisce con una particella dotata di carica \(e\), causando uno splitting (separazione) dei livelli energetici. L’Hamiltoniana di interazione è data da:
\( \hat{H}'_{\text{Stark}} = e \mathbf{E} \cdot \hat{\mathbf{r}}, \)
dove \(\hat{\mathbf{r}} = (x, y, z)\) è l’operatore posizione della particella, e \(\mathbf{E}\) è il campo elettrico esterno. Supponiamo un campo elettrico uniforme orientato lungo l’asse \(z\), cioè \(\mathbf{E} = E_z \hat{\mathbf{z}}\). In questo caso, l’Hamiltoniana si semplifica in:
\( \hat{H}'_{\text{Stark}} = eE_z \hat{z}. \)
La teoria delle perturbazioni al primo ordine fornisce la correzione energetica come:
\( E_{n,l,m}^{(1)} = \langle n, l, m | \hat{H}'_{\text{Stark}} | n, l, m \rangle, \)
dove \(|n, l, m\rangle\) sono gli autostati dell’Hamiltoniana non perturbata, caratterizzati da:
L’operatore posizione lungo \(z\) è dato da \(\hat{z} = r \cos\theta\), quindi l’elemento di matrice da calcolare diventa:
\( E_{n,l,m}^{(1)} = eE_z \int R_{nl}(r) Y_{lm}^*(\theta, \phi) r \cos\theta Y_{lm}(\theta, \phi) r^2 \sin\theta \, dr \, d\theta \, d\phi. \)
Qui:
Nell’effetto Stark, l’Hamiltoniana di interazione è:
\( \hat{H}'_{\text{Stark}} = eE_z \hat{z}, \)
dove \(\hat{z} = r \cos\theta\). Per calcolare la correzione energetica al primo ordine, dobbiamo valutare l’elemento di matrice:
\( E_{n,l,m}^{(1)} = \langle n, l, m | \hat{H}'_{\text{Stark}} | n, l, m \rangle. \)
Sostituendo \(\hat{H}'_{\text{Stark}}\), otteniamo:
\( E_{n,l,m}^{(1)} = eE_z \int R_{nl}(r) Y_{lm}^*(\theta, \phi) r \cos\theta Y_{lm}(\theta, \phi) r^2 \, dr \, d\theta \, d\phi, \)
dove:
L’integrale totale può essere separato in una parte radiale e una parte angolare:
\( E_{n,l,m}^{(1)} = eE_z \left( \int_0^\infty R_{nl}(r) r^3 \, dr \right) \left( \int_0^{2\pi} \int_0^\pi Y_{lm}^*(\theta, \phi) \cos\theta Y_{lm}(\theta, \phi) \sin\theta \, d\theta \, d\phi \right). \)
La parte radiale dipende esclusivamente da \(R_{nl}(r)\), mentre la parte angolare coinvolge le armoniche sferiche \(Y_{lm}(\theta, \phi)\).
Le armoniche sferiche \(Y_{lm}(\theta, \phi)\) sono funzioni ortogonali che soddisfano la relazione:
\( \int_0^{2\pi} \int_0^\pi Y_{l'm'}^*(\theta, \phi) Y_{lm}(\theta, \phi) \sin\theta \, d\theta \, d\phi = \delta_{ll'} \delta_{mm'}, \)
dove \(\delta_{ll'}\) e \(\delta_{mm'}\) sono i delta di Kronecker, che valgono 1 solo se \(l = l'\) e \(m = m'\), e 0 altrimenti.
Consideriamo ora l’integrale angolare:
\( \int_0^{2\pi} \int_0^\pi Y_{lm}^*(\theta, \phi) \cos\theta Y_{lm}(\theta, \phi) \sin\theta \, d\theta \, d\phi. \)
Utilizziamo la relazione \(\cos\theta = \sqrt{\frac{4\pi}{3}} Y_{10}(\theta, \phi)\), che permette di esprimere \(\cos\theta\) come una combinazione di armoniche sferiche con \(l = 1, m = 0\). Substituendo questa relazione:
\( \int_0^{2\pi} \int_0^\pi Y_{lm}^*(\theta, \phi) \cos\theta Y_{lm}(\theta, \phi) \sin\theta \, d\theta \, d\phi = \sqrt{\frac{4\pi}{3}} \int_0^{2\pi} \int_0^\pi Y_{lm}^*(\theta, \phi) Y_{10}(\theta, \phi) Y_{lm}(\theta, \phi) \sin\theta \, d\theta \, d\phi. \)
Questo integrale è diverso da zero solo se le regole di selezione per \(l\) e \(m\) sono soddisfatte:
Per gli stati in cui le regole di selezione non sono soddisfatte, l’integrale angolare si annulla a causa della simmetria. Tuttavia, in stati degeneri o quando vi sono accoppiamenti con altri stati, l’integrale può essere diverso da zero, introducendo una correzione proporzionale a \(E_z\).
\( E_{n,l,m}^{(1)} \propto eE_z \sqrt{\frac{4\pi}{3}} \int_0^\infty R_{nl}(r) r^3 \, dr. \)
Questo risultato mostra che l’interazione con il campo elettrico rompe la simmetria del sistema, causando uno splitting lineare di Stark. Questo fenomeno è osservabile nei livelli energetici di atomi e molecole in presenza di campi elettrici esterni.
Quando gli stati sono degeneri (ad esempio, nei livelli \(l\) di un atomo idrogenoide), l’interazione con il campo elettrico rompe la degenerazione. La separazione dei livelli energetici dipende da:
\( E_{n,l,m}^{(1)} \propto m \cdot E_z, \)
dove \(m\) è il numero quantico magnetico. Questo è chiamato splitting lineare di Stark, osservato sperimentalmente in molti atomi e molecole.
L’effetto Stark lineare descrive come il campo elettrico esterno rompe la simmetria del sistema, modificando i livelli energetici in modo proporzionale all’intensità del campo \(E_z\). Questo fenomeno è sfruttato in spettroscopia atomica per studiare la struttura elettronica degli atomi e delle molecole.
Consideriamo un’Hamiltoniana totale composta da una parte di base \(\hat{H}_0\), con soluzioni note, e una perturbazione \(\hat{H}'\):
\( \hat{H} = \hat{H}_0 + \lambda \hat{H}', \)
dove:
L’obiettivo è calcolare come \(E_n\) e \(\psi_n\) si modificano a causa di \(\hat{H}'\).
La correzione energetica al primo ordine è data da:
\( E_n^{(1)} = \langle \psi_n^{(0)} | \hat{H}' | \psi_n^{(0)} \rangle. \)
Questo rappresenta il valore medio di \(\hat{H}'\) nello stato non perturbato \(|\psi_n^{(0)}\rangle\). Calcoliamo ora un esempio pratico:
Supponiamo che \(\hat{H}' = eE_z \hat{z}\), dove il campo elettrico esterno è orientato lungo l’asse \(z\). L’elemento di matrice diventa:
\( E_n^{(1)} = eE_z \langle \psi_n^{(0)} | \hat{z} | \psi_n^{(0)} \rangle. \)
Poiché \(\hat{z} = r \cos\theta\), possiamo scrivere:
\( E_n^{(1)} = eE_z \int R_{nl}(r) Y_{lm}^*(\theta, \phi) r \cos\theta Y_{lm}(\theta, \phi) r^2 \, dr \, d\theta \, d\phi. \)
La simmetria delle armoniche sferiche spesso annulla l’integrale angolare, ma per stati degeneri o accoppiati può emergere uno splitting lineare in \(E_z\).
La teoria delle perturbazioni al secondo ordine tiene conto degli accoppiamenti tra lo stato di interesse \(|\psi_n^{(0)}\rangle\) e tutti gli altri stati \(|\psi_m^{(0)}\rangle\) (\(m \neq n\)). La correzione energetica è data da:
\( E_n^{(2)} = \sum_{m \neq n} \frac{|\langle \psi_m^{(0)} | \hat{H}' | \psi_n^{(0)} \rangle|^2}{E_n^{(0)} - E_m^{(0)}}. \)
Dove:
Questa correzione rappresenta gli effetti indiretti della perturbazione sugli stati del sistema.
Per calcolare \(E_n^{(2)}\), consideriamo un sistema con due stati \(|n\rangle\) e \(|m\rangle\), con \(\hat{H}' = eE_z \hat{z}\). L’elemento di matrice è:
\( \langle \psi_m^{(0)} | \hat{H}' | \psi_n^{(0)} \rangle = eE_z \int R_{nl}(r) Y_{lm}^*(\theta, \phi) r \cos\theta Y_{ln}(\theta, \phi) r^2 \, dr \, d\theta \, d\phi. \)
La parte radiale e la parte angolare possono essere calcolate separatamente. Per molti stati, l’integrale angolare si annulla a causa della simmetria, lasciando contributi non nulli solo per particolari accoppiamenti tra stati degeneri.
Per ordini superiori (\(\lambda^3, \lambda^4, \ldots\)), le correzioni diventano più complesse. In generale, includono:
Sebbene difficili da calcolare manualmente, questi contributi possono essere approssimati usando metodi computazionali o tecniche perturbative avanzate.
Sommando le correzioni fino al secondo ordine, l’energia corretta dello stato \(|n\rangle\) è approssimativamente:
\( E_n \approx E_n^{(0)} + \lambda E_n^{(1)} + \lambda^2 E_n^{(2)}. \)
Le correzioni a ordini superiori (\(\lambda^3\) e oltre) diventano rilevanti solo per perturbazioni forti o accoppiamenti intensi.
La teoria delle perturbazioni permette di studiare come una piccola modifica a \(\hat{H}_0\) influisce su livelli energetici ed autostati. È fondamentale per spiegare:
Questo approccio è ampiamente utilizzato in fisica atomica, molecolare e della materia condensata.
1. Introduzione e Definizione
- Inizia definendo l’Hamiltoniana come l’operatore che descrive l’energia totale del sistema quantistico:
\[
\hat{H} = \hat{H}_0 + \lambda \hat{H}',
\]
dove:
- Spiega che le correzioni derivano da effetti esterni (campi elettrici, magnetici) o correzioni relativistiche (spin-orbita, Darwin, ecc.).
2. Correzione al Primo Ordine
- Scrivi la formula per la correzione energetica al primo ordine:
\[
E_n^{(1)} = \langle \psi_n^{(0)} | \hat{H}' | \psi_n^{(0)} \rangle.
\]
- Spiega che rappresenta il valore medio di \(\hat{H}'\) nello stato non perturbato \(|\psi_n^{(0)}\rangle\).
- Fornisci un esempio pratico:
Se \(\hat{H}' = eE_z \hat{z}\) (campo elettrico esterno lungo \(z\)):
\[
E_n^{(1)} = eE_z \langle \psi_n^{(0)} | \hat{z} | \psi_n^{(0)} \rangle.
\]
- Scrivi il calcolo dell’elemento di matrice:
\[
E_n^{(1)} = eE_z \int R_{nl}(r) Y_{lm}^*(\theta, \phi) r \cos\theta Y_{lm}(\theta, \phi) r^2 \, dr \, d\theta \, d\phi.
\]
- Spiega che, a causa della simmetria, molti integrali angolari si annullano, ma per stati degeneri può emergere uno splitting.
3. Correzione al Secondo Ordine
- Scrivi la formula per la correzione energetica al secondo ordine:
\[
E_n^{(2)} = \sum_{m \neq n} \frac{|\langle \psi_m^{(0)} | \hat{H}' | \psi_n^{(0)} \rangle|^2}{E_n^{(0)} - E_m^{(0)}}.
\]
- Spiega che rappresenta il contributo indiretto della perturbazione attraverso l’accoppiamento con altri stati \(|\psi_m^{(0)}\rangle\).
- Fornisci un esempio:
Se \(\hat{H}' = eE_z \hat{z}\), il termine \(|\langle \psi_m^{(0)} | \hat{H}' | \psi_n^{(0)} \rangle|^2\) è calcolato come:
\[
|\langle \psi_m^{(0)} | eE_z \hat{z} | \psi_n^{(0)} \rangle|^2 = (eE_z)^2 \left| \int R_{nl}(r) r^3 \, dr \right|^2 \cdot \left| \int Y_{lm}^*(\theta, \phi) \cos\theta Y_{ln}(\theta, \phi) \, d\theta \, d\phi \right|^2.
\]
- Spiega che l’elemento radiale e angolare possono essere calcolati separatamente, e che il denominatore \((E_n^{(0)} - E_m^{(0)})\) rappresenta la differenza di energia tra i due stati.
4. Effetto Combinato
- Mostra che l’energia totale corretta include i contributi fino al secondo ordine:
\[
E_n = E_n^{(0)} + \lambda E_n^{(1)} + \lambda^2 E_n^{(2)}.
\]
- Spiega che, per perturbazioni più forti, è necessario considerare anche ordini superiori (\(\lambda^3, \lambda^4, \ldots\)).
5. Applicazioni e Interpretazione Fisica
- Fornisci esempi concreti di fenomeni spiegati dalla teoria delle perturbazioni:
6. Conclusione
- Riassumi dicendo che la teoria delle perturbazioni fornisce una struttura matematica potente per calcolare correzioni a energie e stati quantistici, spiegando fenomeni complessi osservati sperimentalmente.
1. Energia al Primo Ordine
La correzione energetica al primo ordine è calcolata come:
\[
E_n^{(1)} = \langle \psi_n^{(0)} | \hat{H}' | \psi_n^{(0)} \rangle.
\]
Passaggi:
2. Energia al Secondo Ordine
La correzione al secondo ordine è:
\[
E_n^{(2)} = \sum_{m \neq n} \frac{|\langle \psi_m^{(0)} | \hat{H}' | \psi_n^{(0)} \rangle|^2}{E_n^{(0)} - E_m^{(0)}}.
\]
Passaggi:
3. Energia a Ordini Superiori
Le correzioni agli ordini superiori (\(n \geq 3\)) includono termini sempre più complessi. Ad esempio, al terzo ordine:
\[
E_n^{(3)} = \sum_{m \neq n} \sum_{k \neq n, k \neq m} \frac{\langle \psi_n^{(0)} | \hat{H}' | \psi_m^{(0)} \rangle \langle \psi_m^{(0)} | \hat{H}' | \psi_k^{(0)} \rangle \langle \psi_k^{(0)} | \hat{H}' | \psi_n^{(0)} \rangle}{(E_n^{(0)} - E_m^{(0)})(E_n^{(0)} - E_k^{(0)})}.
\]
Passaggi:
4. Suggerimenti per l’Orale
Se il professore chiede calcoli agli ordini superiori:
Esempio Breve:
Considera \(\hat{H}' = eE_z \hat{z}\) e scrivi:
\[
E_n^{(1)} = eE_z \langle \psi_n^{(0)} | \hat{z} | \psi_n^{(0)} \rangle,
\]
\[
E_n^{(2)} = \sum_{m \neq n} \frac{|\langle \psi_m^{(0)} | eE_z \hat{z} | \psi_n^{(0)} \rangle|^2}{E_n^{(0)} - E_m^{(0)}}.
\]
Dimostra che per stati degeneri l’integrale angolare non si annulla e causa uno splitting proporzionale a \(E_z^2\).