L'equazione di Schrödinger è il pilastro della meccanica quantistica non relativistica. Nella forma più generale, l'equazione descrive l'evoluzione temporale della funzione d'onda di un sistema quantistico che può comprendere una o più particelle, in uno spazio di una, due o tre dimensioni, sottoposte a potenziali che possono variare nel tempo.
Generalmente, per un sistema di una singola particella di massa \(m\) in tre dimensioni con potenziale dipendente dal tempo \(V(\mathbf{r}, t)\), la forma dipendente dal tempo dell'equazione di Schrödinger è:
\[ i \hbar \frac{\partial}{\partial t}\psi(\mathbf{r}, t) = \left[ -\frac{\hbar^2}{2m}\nabla^2 + V(\mathbf{r}, t) \right] \psi(\mathbf{r}, t). \]Tuttavia, questa è ancora una forma “semplice”. La “forma generale” può essere intesa come:
Se abbiamo due particelle, con coordinate \(\mathbf{r}_1\) e \(\mathbf{r}_2\), masse \(m_1\) e \(m_2\), e un potenziale totale che può dipendere sia dalla posizione di ciascuna particella che dal tempo, l’equazione diventa:
\[ i \hbar \frac{\partial}{\partial t}\psi(\mathbf{r}_1, \mathbf{r}_2, t) = \left[ -\frac{\hbar^2}{2m_1}\nabla_1^2 - \frac{\hbar^2}{2m_2}\nabla_2^2 + V(\mathbf{r}_1, \mathbf{r}_2, t) \right] \psi(\mathbf{r}_1, \mathbf{r}_2, t). \]La funzione d’onda \(\psi\) non è più dipendente da una sola coordinata spaziale, ma da tutte le coordinate delle particelle coinvolte. Il potenziale può includere interazioni tra le particelle stesse, rendendo il problema notevolmente più complesso.
Se il potenziale varia nel tempo, \(\psi(\mathbf{r}, t)\) si evolve in modo ancor più complesso. Un potenziale dipendente dal tempo può rappresentare, ad esempio, un campo elettrico variabile nel tempo, un laser pulsato, o qualsiasi perturbazione esterna non stazionaria. In tali situazioni, non si può in generale separare la variabile temporale da quella spaziale, e le soluzioni stazionarie non sono più utili. Ci si può affidare a metodi numerici o a tecniche perturbative per studiare il comportamento del sistema.
L'equazione di Schrödinger può essere formulata in modo più astratto, senza specificare il sistema di coordinate spaziali. Definendo l'operatore Hamiltoniano \(\hat{H}(t)\), che comprende il termine cinetico, i potenziali esterni e le interazioni tra le particelle, si scrive:
\[ i \hbar \frac{d}{d t}|\psi(t)\rangle = \hat{H}(t)|\psi(t)\rangle. \]In questo caso \(|\psi(t)\rangle\) è un vettore nello spazio di Hilbert, e gli osservabili fisici sono rappresentati da operatori hermitiani. Questo formalismo è molto potente, poiché permette di cambiare rappresentazione (ad esempio, posizione, impulso, o autofunzioni di \(\hat{H}\)) e di trattare problemi complessi con maggiore flessibilità concettuale.
Per visualizzare questa generalità dell’equazione di Schrödinger:
Nella forma operatoriale, si considera lo spazio di Hilbert come il contenitore di tutti gli stati quantistici. Lo stato \(|\psi(t)\rangle\) evolve secondo un operatore di evoluzione temporale \(\hat{U}(t, t_0)\) definito da:
\[ |\psi(t)\rangle = \hat{U}(t, t_0)|\psi(t_0)\rangle, \quad \text{con} \quad \hat{U}(t, t_0) = \mathcal{T} \exp\left(-\frac{i}{\hbar}\int_{t_0}^{t}\hat{H}(t') dt'\right), \]dove \(\mathcal{T}\) è l’operatore di ordinamento temporale, necessario se \(\hat{H}(t)\) non commuta con se stesso a tempi diversi. Questa formulazione rende esplicita la complessità del problema quando il potenziale (o l’Hamiltoniano) varia con il tempo, e mostra come la linearità e l’unitarietà dell’evoluzione siano mantenute.
Questo approccio operatoriale permette di comprendere a fondo la struttura della teoria quantistica, affrontare trasformazioni unitarie, simmetrie, e lavorare in rappresentazioni diverse a seconda della semplicità del problema considerato.
L’equazione di Schrödinger nella sua forma generale può essere considerata a diversi livelli di astrazione. Nei casi più semplici, si lavora in coordinate spaziali, affrontando problemi come una singola particella in un potenziale fisso. Quando le condizioni diventano più complesse — come nel caso di più particelle, potenziali tempo-dipendenti, o interazioni complesse — il formalismo operatoriale diventa più vantaggioso. Qui vediamo come questo passaggio sia più che un semplice esercizio matematico, ma fornisca strumenti per trattare problemi altrimenti intrattabili.
In definitiva, la forma generale dell’equazione di Schrödinger e la sua interpretazione operatoriale forniscono un quadro unitario e coerente per analizzare la dinamica quantistica in situazioni estremamente varie. Dalla singola particella libera a sistemi complessi con molti gradi di libertà e potenziali complicati e tempo-dipendenti, l’equazione di Schrödinger rimane la pietra angolare. Il passaggio dal punto di vista “posizionale” all’approccio operatoriale e la comprensione dell’operatore di evoluzione nel caso tempo-dipendente sono momenti fondamentali per poter affrontare problemi teorici avanzati in meccanica quantistica.
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