L’atomo di idrogeno, nel suo modello di base, è descritto dall’equazione di Schrödinger con un potenziale coulombiano. Le soluzioni mostrano livelli energetici che dipendono soltanto dal numero quantico principale \(n\). Tuttavia, osservazioni sperimentali rivelano una fine struttura: livelli energetici non degeneri in \(l\) e multipli scostamenti dai valori previsti dal modello di Bohr-Schrödinger. Queste correzioni derivano da effetti relativistici, dall’interazione spin-orbita, e da ulteriori termini come la correzione di Darwin. Queste modifiche, globalmente, sono riassunte in un Hamiltoniano effettivo arricchito da termini correttivi.
La prima correzione da considerare è l’effetto relativistico sulla cinematica dell’elettrone. L’Hamiltoniano non relativistico classico è:
\[ \hat{H}_0 = \frac{\hat{p}^2}{2m} - \frac{e^2}{4\pi \epsilon_0}\frac{1}{r}. \]Le correzioni relativistiche (derivate dall’espansione dell’espressione relativistica per l’energia cinetica) portano a un termine aggiuntivo, spesso scritto come:
\[ \hat{H}_\text{rel} = -\frac{\hat{p}^4}{8m^3 c^2}. \]Questo termine riduce leggermente le energie, e la correzione dipende dai numeri quantici \(n\) e \(l\), rompendo la degenerazione presente nel caso puramente coulombiano non relativistico.
L’elettrone possiede spin e, di conseguenza, un momento magnetico. Dal punto di vista dell’elettrone, il nucleo (protone) che lo “orbita” crea un campo magnetico. L’interazione tra lo spin dell’elettrone e il suo moto orbitale genera un termine di spin-orbita:
\[ \hat{H}_{\text{spin-orbita}} = \frac{1}{2m^2 c^2}\frac{1}{r}\frac{dV}{dr}\hat{\mathbf{L}}\cdot \hat{\mathbf{S}}, \] dove \(\hat{\mathbf{L}}\) è l’operatore momento angolare orbitale e \(\hat{\mathbf{S}}\) è l’operatore spin dell’elettrone. Questo termine accoppia \(l\) ed \(s=1/2\), formando livelli caratterizzati dal momento angolare totale \(j = l \pm 1/2\). L’interazione spin-orbita contribuisce in modo determinante alla struttura fine, separando stati precedentemente degeneri in \(m_j\) e \(m_l\).La correzione di Darwin è un termine quantistico-relativistico che tiene conto della fluttuazione di posizione dell’elettrone a causa del principio di indeterminazione, specialmente quando l’elettrone si trova vicino al nucleo. Questo aggiunge un termine del tipo:
\[ \hat{H}_\text{Darwin} = \frac{\hbar^2}{8m^2 c^2}\nabla^2 \delta(\mathbf{r}), \] dove \(\delta(\mathbf{r})\) è la funzione delta di Dirac, che non contribuisce per stati con \(l>0\) ma è rilevante, ad esempio, per gli stati s (con \(l=0\)), modificandone leggermente l’energia.L’Hamiltoniano effettivo che descrive la struttura fine dell’idrogeno, fino al primo ordine in \((v/c)^2\), comprende:
\[ \hat{H} = \hat{H}_0 + \hat{H}_\text{rel} + \hat{H}_\text{spin-orbita} + \hat{H}_\text{Darwin}. \] Ognuna di queste correzioni è piccola rispetto al termine principale \(\hat{H}_0\), ma sufficiente a rompere la degenerazione su livelli energetici molto vicini, spiegando il pattern osservato sperimentalmente negli spettri atomici dell’idrogeno.La struttura fine dell’idrogeno è uno dei test più accurati della teoria quantistica e relativistica dell’elettrone. Le correzioni predette da Dirac (che unifica relatività speciale ed equazione quantistica per l’elettrone) coincidono quasi perfettamente con le misure sperimentali. L’osservazione e la misurazione precisa di queste piccole differenze energetiche hanno svolto un ruolo storico nel consolidare la validità della meccanica quantistica, della relatività e in definitiva del modello standard dell’interazione elettromagnetica.
L’Hamiltoniano relativistico \(H_{\text{rel}}\), l’Hamiltoniano di interazione spin-orbita \(H_{\text{spin-orbita}}\), e il termine di Darwin \(H_{\text{Darwin}}\) rappresentano correzioni al modello di base dell’atomo di idrogeno. Queste correzioni derivano da un’espansione non relativistica (o semi-classica) dell’equazione di Dirac per l’elettrone in un campo coulombiano. Di seguito, si può schematizzare il procedimento matematico, passo dopo passo, enfatizzando alcuni concetti chiave usando diversi stili di enfasi.
L’equazione di Dirac è l’equazione fondamentale relativistica per un fermione di spin 1/2. Per un potenziale coulombiano generato da un protone (carica \(e\), massa \(M\) molto più grande di quella dell’elettrone), si considera l’elettrone come una particella con massa \(m\), carica \(-e\), che “sente” un potenziale \(V(r) = - \frac{e^2}{4 \pi \epsilon_0 r}\). La soluzione precisa dell’equazione di Dirac per l’atomo di idrogeno fornisce i livelli energetici con termini di struttura fine incorporati naturalmente.
Per arrivare a \(H_{\text{rel}}\), \(H_{\text{spin-orbita}}\) e \(H_{\text{Darwin}}\), si prende l’equazione di Dirac e la si espande nel limite \(v \ll c\), (velocità dell’elettrone molto minore della velocità della luce). Questo porta a un Hamiltoniano efficace:
L’Hamiltoniano non relativistico di base è:
\[H_0 = \frac{p^2}{2m} - \frac{e^2}{4 \pi \epsilon_0 r}\]
Considerando una correzione relativistica all’energia cinetica:
\[E_{\text{kin relativistica}} \approx mc^2 + \frac{p^2}{2m} - \frac{p^4}{8m^3 c^2} + \dots\]
L’ultimo termine, \(\frac{p^4}{8m^3 c^2}\), quando trasferito nell’Hamiltoniano come correzione, diventa:
\[H_{\text{rel}} = - \frac{p^4}{8m^3 c^2}\]
L’interazione spin-orbita emerge trattando il nucleo come sorgente di un campo elettrico e convertendo quest’ultimo in un campo magnetico nel riferimento dell’elettrone in moto. Il risultato, dopo una manipolazione operatoriale, è:
\[H_{\text{spin-orbita}} = \frac{1}{2 m^2 c^2} \frac{1}{r}\frac{dV}{dr} \mathbf{L} \cdot \mathbf{S}\]
Poiché \(V(r) = - \frac{e^2}{4 \pi \epsilon_0 r}\), si ha \(\frac{dV}{dr} = \frac{e^2}{4 \pi \epsilon_0 r^2}\) e il termine \(\mathbf{L} \cdot \mathbf{S}\) scala con questo gradiente del potenziale coulombiano. Ciò lega i livelli energetici non solo a \(n\) ma anche a \(j\), il numero quantico totale \(j = l \pm 1/2\), generando la struttura fine osservata.
La correzione di Darwin appare come un termine proporzionale a \(\nabla^2 \delta(\mathbf{r})\), dovuto alla considerazione del comportamento relativistico dell’elettrone in prossimità del nucleo:
\[H_{\text{Darwin}} = \frac{\hbar^2}{8 m^2 c^2} \nabla^2 \delta(\mathbf{r})\]
Questo termine agisce solo negli stati dove la funzione d’onda ha valore all’origine, cioè gli stati \(s\) (\(l=0\)) che possiedono una densità di probabilità non nulla a \(r=0\). Ciò spiega perché la correzione di Darwin è una piccola shift in energia per questi specifici stati.
Le correzioni introdotte da \(H_{\text{rel}}\), \(H_{\text{spin-orbita}}\) e \(H_{\text{Darwin}}\) sono state confermate sperimentalmente tramite spettroscopia ad alta risoluzione. Le righe spettrali dell’idrogeno presentano sdoppiamenti che non potrebbero essere spiegati da un modello non relativistico. L’accordo tra teoria (equazione di Dirac e successive approssimazioni) e esperimento è sorprendentemente elevato, rendendo l’atomo di idrogeno uno dei sistemi più controllati e compresi di tutta la fisica. Ciò ha guidato lo sviluppo di una comprensione profonda delle interazioni fondamentali e della struttura fine, che a sua volta ha aperto la strada a test di precisione della QED (Elettrodinamica Quantistica).
In definitiva, le correzioni che costituiscono la struttura fine dell’idrogeno sono uno dei ponti tra la fisica classica e le teorie relativistiche quantistiche, offrendo una piattaforma ideale per sperimentazioni e validazioni di principi teorici fondamentali.
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