Teorema di Feynman-Hellmann

Il teorema di Feynman-Hellmann stabilisce una relazione elegante tra la variazione di un autovalore di energia rispetto a un parametro in un’Hamiltoniana e il valore di aspettazione dell’operatore coniugato a tale parametro. È uno strumento utile per determinare come i livelli energetici di un sistema quantistico cambiano al variare dei parametri dell’Hamiltoniano, senza dover risolvere nuovamente l’equazione di Schrödinger da zero.

Formulazione del Teorema

Consideriamo un’Hamiltoniano dipendente da un parametro \(\lambda\):

\[ \hat{H}(\lambda) = \hat{H}_0 + \lambda \hat{V}, \] dove \(\hat{V}\) è un operatore ben definito, e \(\lambda\) un parametro reale. Supponiamo che per un certo \(\lambda\), il sistema abbia un’autofunzione \(\phi_n(\mathbf{r}, \lambda)\) e un autovalore di energia \(E_n(\lambda)\) tali che:

\[ \hat{H}(\lambda)\phi_n(\mathbf{r}, \lambda) = E_n(\lambda)\phi_n(\mathbf{r}, \lambda). \] Il teorema di Feynman-Hellmann afferma che:

\[ \frac{\partial E_n(\lambda)}{\partial \lambda} = \langle \phi_n(\lambda)|\frac{\partial \hat{H}(\lambda)}{\partial \lambda}|\phi_n(\lambda)\rangle = \langle \phi_n(\lambda)|\hat{V}|\phi_n(\lambda)\rangle. \]

In altre parole, la derivata dell’energia rispetto a \(\lambda\) è data dal valore di aspettazione dell’operatore \(\hat{V}\) nell’autostato considerato.

Interpretazione

Immaginiamo che \(\lambda\) rappresenti un parametro del potenziale, ad esempio l’intensità di un campo elettrico o la profondità di una buca di potenziale. Il teorema di Feynman-Hellmann ci dice che per piccoli cambiamenti di \(\lambda\), la variazione dell’energia \(E_n(\lambda)\) è determinata dall’aspettazione dell’operatore \(\hat{V}\). Ciò è particolarmente utile quando si vuole studiare come i livelli energetici si spostano in risposta a piccole perturbazioni.

Alla Lavagna

1. Parti dall’equazione agli autovalori: \[ \hat{H}(\lambda)\phi_n(\lambda) = E_n(\lambda)\phi_n(\lambda). \]

2. Prendi la derivata rispetto a \(\lambda\): \[ \frac{\partial \hat{H}(\lambda)}{\partial \lambda}\phi_n(\lambda) + \hat{H}(\lambda)\frac{\partial \phi_n(\lambda)}{\partial \lambda} = \frac{\partial E_n(\lambda)}{\partial \lambda}\phi_n(\lambda) + E_n(\lambda)\frac{\partial \phi_n(\lambda)}{\partial \lambda}. \]

3. Moltiplica da sinistra per \(\phi_n(\lambda)^*\) e integra, usando l’ortogonalità e normalizzazione delle autofunzioni. I termini contenenti \(\frac{\partial \phi_n(\lambda)}{\partial \lambda}\) si cancellano, a patto di lavorare con autofunzioni normalizzate a ogni \(\lambda\).

4. Ottieni: \[ \frac{\partial E_n(\lambda)}{\partial \lambda} = \langle \phi_n(\lambda)|\frac{\partial \hat{H}(\lambda)}{\partial \lambda}|\phi_n(\lambda)\rangle. \] 5. Se \(\hat{H}(\lambda) = \hat{H}_0 + \lambda \hat{V}\), allora \(\frac{\partial \hat{H}}{\partial \lambda} = \hat{V}\) e dunque: \[ \frac{\partial E_n(\lambda)}{\partial \lambda} = \langle \hat{V} \rangle_n. \]

Esempio

Consideriamo un oscillatore armonico quantistico 1D con frequenza \(\omega\). L’Hamiltoniano è:

\[ \hat{H}(\omega) = \frac{\hat{p}^2}{2m} + \frac{1}{2}m\omega^2 \hat{x}^2. \]

Se trattiamo \(\omega^2\) come il parametro \(\lambda\), abbiamo \(\hat{V} = \frac{1}{2}m \hat{x}^2\). Sapendo gli autostati dell’oscillatore armonico, possiamo calcolare \(\langle \hat{x}^2 \rangle_n\) e ottenere la derivata dell’energia rispetto a \(\omega^2\). Questo fornisce un modo per analizzare come i livelli energetici dell’oscillatore cambiano al variare della frequenza del potenziale.

Utilità del Teorema

Il teorema di Feynman-Hellmann è uno strumento analitico potente: consente di evitare calcoli integrali complessi quando si vogliono conoscere le variazioni di energia in risposta a piccoli cambiamenti dei parametri del sistema. È frequentemente utilizzato in problemi di perturbazioni, calcoli numerici e analisi di stabilità dei livelli energetici rispetto a parametri esterni.

Passi Matematici Dettagliati

Per mostrare con rigore come si giunge alla formula del teorema di Feynman-Hellmann, si consideri il caso in cui l’Hamiltoniano dipenda da un parametro reale λ in modo continuo. Si ha quindi:

1) Scrivere l’equazione agli autovalori per un particolare autostato n-esimo:
\(\hat{H}(\lambda)\phi_n(\lambda) = E_n(\lambda)\phi_n(\lambda)\).

2) Differenziare rispetto a λ tenendo conto che sia \(\phi_n(\lambda)\) che \(E_n(\lambda)\) variano con λ:
\(\frac{\partial}{\partial \lambda}\hat{H}(\lambda)\phi_n(\lambda) + \hat{H}(\lambda)\frac{\partial \phi_n(\lambda)}{\partial \lambda} = \frac{\partial E_n(\lambda)}{\partial \lambda}\phi_n(\lambda) + E_n(\lambda)\frac{\partial \phi_n(\lambda)}{\partial \lambda}\).

3) Moltiplicare a sinistra per \(\phi_n(\lambda)^*\) e integrare su tutto lo spazio:
\(\int \phi_n(\lambda)^* \frac{\partial \hat{H}(\lambda)}{\partial \lambda}\phi_n(\lambda)d^3r + \int \phi_n(\lambda)^*\hat{H}(\lambda)\frac{\partial \phi_n(\lambda)}{\partial \lambda}d^3r = \int \phi_n(\lambda)^*\frac{\partial E_n(\lambda)}{\partial \lambda}\phi_n(\lambda)d^3r + \int \phi_n(\lambda)^*E_n(\lambda)\frac{\partial \phi_n(\lambda)}{\partial \lambda}d^3r.\)

4) Poiché \(\hat{H}(\lambda)\phi_n(\lambda)=E_n(\lambda)\phi_n(\lambda)\), si possono sostituire nei termini che coinvolgono \(\hat{H}(\lambda)\). Inoltre, le autofunzioni possono essere scelte normalizzate ad ogni λ, in modo che:
\(\frac{\partial}{\partial \lambda}\int |\phi_n(\lambda)|^2 d^3r = 0\).

5) Questo implica che il termine contenente \(\frac{\partial \phi_n(\lambda)}{\partial \lambda}\) si semplifica. In particolare, la condizione di normalizzazione implica che:
\(\int \phi_n(\lambda)^*\frac{\partial \phi_n(\lambda)}{\partial \lambda} d^3r + \int \frac{\partial \phi_n(\lambda)^*}{\partial \lambda}\phi_n(\lambda) d^3r = 0\).

6) Scegliendo opportunamente la fase e l’eventuale degenerazione, si può rendere il contributo dei termini misti nullo o quantomeno annullarsi a vicenda. Questo è un punto sottile, ma ben noto: è sempre possibile un aggiustamento di fase per rendere reale l’autofunzione ad ogni λ, o almeno far sì che i termini contenenti \(\partial_\lambda \phi_n(\lambda)\) non contribuiscano in media.

7) Dopo queste semplificazioni, rimane:
\(\frac{\partial E_n(\lambda)}{\partial \lambda} = \int \phi_n(\lambda)^*\frac{\partial \hat{H}(\lambda)}{\partial \lambda}\phi_n(\lambda)d^3r\).

Questo è esattamente il risultato del teorema di Feynman-Hellmann. Se la dipendenza è lineare, per esempio \(\hat{H}(\lambda)=\hat{H}_0+\lambda \hat{V}\), allora \(\frac{\partial \hat{H}}{\partial \lambda}=\hat{V}\) e si ottiene immediatamente:
\(\frac{\partial E_n(\lambda)}{\partial \lambda} = \langle \phi_n(\lambda)|\hat{V}|\phi_n(\lambda)\rangle.\)

Ulteriori Considerazioni

Se l’autostato considerato è non degenere, la derivata dell’energia fornisce direttamente il valore di aspettazione di \(\hat{V}\). In caso di degenerazione, occorre tenere conto dell’intero sottospazio degenerato, ma l’idea di base rimane la stessa: il modo in cui l’energia cambia con il parametro λ è dettato dal valore medio dell’operatore coniugato. Questo dimostra anche un ponte tra metodi perturbativi e calcoli esatti: per piccole variazioni di λ, si riesce a ottenere la risposta energetica del sistema senza dover risolvere completamente il problema.

Esempio: Atomo di Idrogeno e Feynman-Hellmann

Considera l'Hamiltoniano dell'idrogeno (non relativistico):

\[ \hat{H} = -\frac{\hbar^2}{2m} \nabla^2 - \frac{Ze^2}{r} \]

Questo è un esempio classico: il valore medio di \(1/r\) sull’autostato dell’idrogeno, senza fare integrali!

Box Riassuntivo: Teorema di Feynman-Hellmann

Da ricordare: la validità del teorema si basa su autofunzioni non degeneri normalizzate. Per casi degeneri si usa una base ortogonale appropriata.

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